ll complesso architettonico che sorge sul Promontorio del Serraglio (Sarāyburnu), ubicato tra il Corno d’Oro e il mar di Marmara, centro politico e polo culturale dell’impero ottomano fu fatto costruire dal sultano Mehmet II, inglobando anche il precedente palazzo bizantino che aveva una superficie minore rispetto alla nuova costruzione ottomana; fu terminato venticinque anni dopo la presa di Costantinopoli/Istanbul nel 1453.

Il complesso fu oggetto di numerosi ampliamenti e restauri per oltre tre secoli (i più noti dei quali successivi al terremoto del 1509 e al grande incendio che deturpò il palazzo nel 1669). Il palazzo ospitava innumerevoli artisti, studiosi e artigiani che creavano magnifici capolavori di calligrafia ceramica e architettura ottomana. Di conseguenza divenne un crogiolo culturale, in cui si mescolavano Oriente e Occidente, Islam e Cristianesimo e diversi gruppi etnici. È in questo palazzo che i sultani tenevano la corte, prendevano decisioni importanti, organizzavano grandi banchetti e ricevevano ambasciatori da ogni angolo del mondo.

Complesso monumentale e museale, tra i principali della Turchia, prende il nome da una delle porte di accesso, quella posta a sud Topkapı, che in lingua turca significa “Porta del Cannone”. Nel cuore di Istanbul, oltre per la sua Importanza storica e architettonica, il complesso è noto per i suoi splendidi giardini, che offrono spazi verdi e tranquilli nel mezzo della caotica e effervescente vita della città sospesa tra due continenti.

La tradizione islamica persiana che accomuna il giardino all’immagine ideale del paradiso ha influenzato l’organizzazione dei giardini imperiali a discapito dell’organizzazione delle corti-giardino dell’epoca greco-romana. Vasche di forme geometriche, fiori, giardini e chioschi, boschetti di alberi d’ulivo, sono stati inglobati nel disegno generale del verde del palazzo, che si caratterizza perché riproduce un accampamento di tende, il campo tendato che riappare nell’idea architettonica di tutte le popolazioni nomadi dell’Asia centrale, divenute dinastie egemoniche dell’Islam, dai Turchi Selgiuchidi agli Ottomani ai Moghul indiani ai Timuridi con Tamerlano. I giardini del Palazzo Topkapi sono suddivisi in diverse sezioni, ciascuna con il proprio fascino unico.

Il Primo Cortile, noto anche come Corte dei Giannizzeri, fungeva da ingresso principale e ospitava un ampio spazio verde utilizzato per cerimonie ufficiali e parate militari. Questo cortile era adornato con alberi secolari aiuole fiorite, creando un'atmosfera maestosa per chi vi accedeva. Dopo aver attraversato il Cancello di Mezzo (Orta Kapı), si accede al Secondo Cortile, utilizzato per scopi amministrativi e cerimoniali. Qui si trovavano importanti edifici come le cucine imperiali, che servivano migliaia di persone ogni giorno, e il Divan, la sala del consiglio dove i ministri si riunivano per discutere gli affari di stato. Questo cortile era anche il luogo dove venivano accolti dignitari stranieri e dove si svolgevano cerimonie ufficiali. Proseguendo nel complesso, si arriva al Terzo Cortile, che comprende giardini più privati e intimi. Questa area era riservata al sultano e alla sua famiglia e presenta una serie di padiglioni circondati da giardini curati, fontane zampillanti e alberi ombrosi.

Uno dei giardini più noti è il Quarto Cortile, caratterizzato da splendidi giardini con fioriture di rose e tulipani e padiglioni che offrono una vista panoramica sul Bosforo e sul Corno d'Oro. Dal padiglione dorato di Iftar, si può ammirare una vista sul Corno d'Oro. La volta a culla sul tetto è una novità assoluta nell'architettura ottomana, con richiami allaCina e India. Durante il mese di Ramadan, si diceva che il Sultano rompesse il digiuno, Iftar appunto, sotto questo pergolato dopo il tramonto. Oltre ai cortili interni, il Palazzo Topkapi era circondato da giardini esterni che si estendevano fino alle rive del Bosforo e del Mar di Marmara.

Una parte di questi giardini nota anche come il Quinto Cortile, si affaccia sul mare e comprende padiglioni come il Chiosco della riva, il Chiosco delle perle, il Chiosco del marmo e il Chiosco dei cestai, che offrivano viste panoramiche sul mare e servivano come luoghi di svago per il sultano e la sua corte. Quando alla fine del XIX secolo vennero costruite le linee ferroviarie che portavano alla stazione di Sirkeci, i padiglioni e alcuni dei muri e dei cancelli della spiaggia vennero distrutti, ma il Chiosco dei Cestai non fu demolito. Il Chiosco piastrellato è un padiglione situato all'interno delle mura esterne di Topkapi e risale al 1472 e oggi ospita il Museo di Arte Islamica.

Oggi, i visitatori del Palazzo Topkapi possono ancora ammirare la bellezza degli storici giardini interni, passeggiando tra i cortili ombreggiati, osservando le antiche fontane e godendo della serenità che questi spazi offrono, lontano dal trambusto della città circostante, affacciarsi sulle sponde verso il mare e incamminarsi verso il parco di Gülhane (in turco giardino delle rose); era un tempo parte del giardino esterno del Palazzo di Topkapi, ed era costituito principalmente da un boschetto, individuato e trasformato come come parco pubblico da parte del Comune di Istanbul e aperto al pubblico nel 1912 alla caduta del Califfato e con l’istituzione della odierna Repubblica Turca.

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Giuliana Cacciapuoti - esperta in cultura islamica e del mediterraneo

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