La parola di Dio rivelata al Profeta Muhammad è raccolta nel testo del Corano, che letteralmente significa "lettura/recitazione”, dalla radice araba qr’’, ciò che deve essere letto o recitato. 

Il Corano è la parola di Dio, rivelata per tramite dell’arcangelo Gabriele in lingua araba chiara, in un arco di tempo di circa ventitré anni, con intervalli e pause, e si concluse solo poco tempo prima della morte del Profeta. La redazione del Corano come lo conosciamo oggi è dovuta alla volontà di Abu Bakr, il primo successore di Muhammad, che incaricò Zayd ibn Thabit segretario del Profeta a raccogliere il testo. Il lavoro si concluse durante il califfato di Uthman quando si definì il testo autentico e oggi il testo “autentico” è quello della redazione stabilita a quell’epoca e non più cambiata.

Il testo del Corano è in arabo, non può essere tradotto mai, perché la parola di Dio non può essere tradotta, è ordinato secondo un criterio che collega ogni parola per ritmo, rima e significato. Si suddivide in 114 Sure, o capitoli, dal più lungo al più breve, e contiene 6236 versetti. Il testo non può essere cambiato in nessun punto, perché anche una sola minima variazione manderebbe il testo fuori sincrono. Il Corano è “inimitabile” perché è superiore alla capacità umana di produrre qualcosa di simile.La forma del Corano permette la sua memorizzazione, che viene appresa fin dalla piccola età alla scuola coranica della moschea, madrasa, e i musulmani che lo conoscono tutto a memoria si definiscono hafiz. La recitazione del Corano è una vera e propria forma d’arte, con i suoi virtuosi e esperti maestri .Ci sono due tecniche principali: il tajwid di grande impatto musicale, e il tartil la salmodia lenta e piana.

Il Corano è un testo che si rivolge a tutta l’umanità, e i temi principali di cui tratta sono: Dio, gli esseri umani, la natura, la trascendenza , gli attributi di Dio, oltre a contenere indicazioni su aspetti della vita sociale, sull’economia, su diritto penale e altri aspetti della pratica quotidiana. Il Corano stabilisce una guida, i valori etici fondamentali e le norme alle quali attenersi, pone quelli che in arabo si definiscono hudud, limiti, confini ai quali deve fermarsi il comportamento umano. Lo sforzo intellettuale e fisico di chi crede sta nel rispettare il limite in termini adeguati alla prescrizione coranica. L’invito alla moderazione, all’evitare l’usura, regolare la giustizia con misericordia pone quei limiti alla comunità musulmana, ponendo la base per un possibile adeguamento e rinnovamento a seconda delle circostanze in luoghi e tempi diversi. Chiaramente una corretta interpretazione del Corano sta alla base di una società islamica in trasformazione, moderata, tollerante e flessibile allo “spirito del tempo”.

La scienza dell’interpretazione coranica, o tafsir, è una disciplina complessa, ma occorre sottolineare ancora una volta che ciò è basilare perché dalla sua corretta interpretazione vengono fatte derivare le norme teologiche, giuridiche, sociali, economiche e politiche, delle comunità musulmane. Quando la fonte coranica non è sufficiente a illuminare sulle scelte o le direttive da compiere, intervengono altre fonti interpretative del volere di Dio, rappresentate dalle parole o dalle sentenze del Profeta, l’ inviato di Dio, o dagli atti compiuti dallo stesso Muhammad, raccontati da fonti dirette o indirette.

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Giuliana Cacciapuoti - esperta in cultura islamica e del mediterraneo

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