La toponomastica è fondamentale per recuperare il passato e la memoria storica. Nell'Italia meridionale l'influenza culturale araba ha contribuito alla formazione della cultura italiana nascente in vari campi, ma l'immaginario odierno spesso evoca immagini distorte dell'Oriente

Durante le vacanze vi potrà capitare di visitare alcune splendide località sparse nella penisola, di cui ci fa piacere ricordare il legame con la cultura araba islamica. Le scienze arabe e musulmane hanno apportato numerosi contributi alla cultura occidentale, specialmente attraverso i geografi e cartografi che hanno fondato la disciplina geografica con metodo scientifico. Tra questi spicca al-Idrisi, autore dell'opera “Lo svago per chi brama percorrere le regioni “il Kitab ar-Rugiar, il libro di Ruggiero, che fornisce descrizioni dettagliate dell'Italia e di altre regioni europee. Le mappe musulmane, orientate verso la Mecca, rappresentano un importante patrimonio culturale; sebbene la descrizione medievale dell’Italia da parte dei musulmani sia ancora oggetto di studi, la memoria di queste influenze è oggigiorno dimenticata.

Le città mediterranee, con la loro configurazione urbanistica tipica, mostrano tracce dell'influenza araba. Nomi di luoghi di origine araba in Italia, come Alcantara, Bagheria, Calascibetta, Caltagirone, Marsala, Misilmeri, e Favara, testimoniano questa presenza. La Sicilia, in particolare, ha beneficiato della dominazione araba, lasciando tracce durature nella toponomastica e nella cultura locale. Questi toponimi non solo ricordano l’epoca araba, ma offrono anche una visione più completa della storia condivisa tra le due sponde del Mediterraneo. Le località di origine araba sono prevalenti nell’interno, mentre sono di origine greca tutti i toponimi delle coste. Un nome plurale collettivo baqar, buoi o vacche e per estensione stalla, dà origine al toponimo, Bagheria, città della provincia di Palermo. Il termine qala/qal’at - castello, cittadella, fortificazione, rocca ci propone un lungo elenco di paesi e città: Calascibetta, castello sul monte Scibetto, la cittadina è oggi dominata da un castello normanno fatto costruire dal conte Ruggero, forse fondato sulle rovine di una fortezza araba per fronteggiare la vicina Castrogiovanni. Caltabellotta: la “rocca della quercia o delle querce”, qalat ballut. Dal termine marsa approdo, spiaggia, ancoraggio e, in genere, porto marittimo o fluviale ricordiamo: Marsala, ricostruita dagli Arabi; ebbe il nuovo nome dal quale proviene la denominazione attuale, perché si allude al porto /approdo ‘aly che sta in alto/elevato,superiore anche in senso figurato. Marzamemi, ossia marsa al-hamām è il "porto dei colombi o dei piccioni" presso il Capo Passero e Misilmeri, da manzil-el-emir, abitazione dell’emiro.

In Sardegna e in tutta l'Italia meridionale ci sono echi nei luoghi e nelle parlate locali della presenza araba, ma la ricerca di tracce toponomastiche non si ferma solo alle terre meridionali d’Italia. L'invasione dei Saraceni si collega agli altri insediamenti degli Arabi, fino al X secolo presenti un po' in tutto il Piemonte centro-meridionale, nel Monferrato, sui valichi alpini fino al Gran San Bernardo sul versante italiano, a Vienne su quello francese, a ventaglio sulla Riviera Ligure, provenienti essi dalla loro munitissima base di Saint-Tropez, in Provenza, dove fondarono il famoso Frassineto (identificabile con l'attuale borgo medievale di "La Garde Freinet"), principale insediamento, che dette nome, secondo gli storici, a tutti gli altri Frassineti e Prassinelli subalpini, a causa della presenza araba in località che assunsero conseguentemente la denominazione della matrice provenzale.Per saperne di più sul mio sito: https://www.giulianacacciapuoti.it/.../101-toponimi...

(In foto la Chiesa di San Cataldo Palermo)

Giuliana Cacciapuoti - esperta in cultura islamica e del mediterraneo

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