Nella tradizione musulmana esistono degli spiriti soprannaturali,il cui influsso, ora benefico ora malefico, si esercita continuamente sulla vita umana: i Ginn, citati nel Corano, creati da Dio.

La migliore descrizione dei Ginn è del grande orientalista Giorgio Levi Della Vida, nella voce redatta per l'Enciclopedia italiana Treccani (https://www.treccani.it/enc.../ginn_(Enciclopedia-Italiana)/ ) e di cui riportiamo qualche passaggio significativo.

Il vocabolo Ginn è un plurale collettivo. La concezione araba dei ginn è identica a quella dei primitivi e nel folklore rispetto ai demoni, folletti e altri esseri soprannaturali. I ginn sono una collettività che la fantasia araba, nella fase più antica, rappresentava organizzata a somiglianza della società umana e raggruppata per tribù. Ai ginn, la cui presenza si intuisce dai rumori misteriosi dell'ambiente circostante, particolarmente impressionanti nella solitudine del deserto, si attribuivano sia le morti di cui era ignota la causa (tanto improvvise, quanto in seguito a malattia acuta), sia l'ispirazione dei poeti e di indovini (secondo l'analogia che esista una relazione tra ispirazione artistica e follia) e finanche i casi di alienazione mentale: maǵnūn "pazzo", significa propriamente "occupato dai ginn".

La circostanza dell'avere il Profeta Muhammad accolto nel Corano la credenza nei ginn (che egli talvolta identifica coi diavoli, di origine giudeo-cristiana, talvolta invece distinguendo, affermando che esista una categoria di ginn che hanno accettato l'Islām. In tutto il mondo musulmano contemporaneo la credenza nei ginn è ancora viva nelle classi popolari: essi sono per lo più ritenuti amici dell'uomo, e gli sono ostili soltanto se vengono irritati, intenzionalmente o meno; sono spesso invocati come spiriti soccorritori, benché la dottrina religiosa lo vieti, considerandoli, per quanto dotati di alcuni poteri di cui l'uomo è privo (l'invisibilità, la mobilità rapidissima, la capacità di assumere aspetti diversi) come sostanzialmente inferiori all'uomo e, come lui, mortali.

Nell'Arabia preislamica, i Ginn si distinguevano come ‛ifrīt (nella pronuncia moderna ‛afrīt) e si‛lāh, spiriti malefici, e il ghūl, ancora più terribile, la cui particolarità consisteva nel rapido mutare di forma. Il primo e l'ultimo di questi esseri sono ancora vivi nella fantasia popolare odierna: il ghūl, nella sua forma femminile tremenda la ghūlah, ha il carattere dell'orchessa del folklore europeo.

Giuliana Cacciapuoti - esperta in cultura islamica e del mediterraneo

Iscriviti alla newsletter

Giuliana Cacciapuoti
P.IVA 08039621217

Graphic and design: Sokan Communication | Photo by Monica Memoli - Emanuele Di Cesare
Privacy Policy - Cookies Policy
Sito protetto da reCAPTCHA: Privacy - Termini