«Ogni persona di cultura ha due patrie: la propria e la Siria». André Parrot, archeologo francese, scopritore di Mari

La Grande Moschea di Damasco, conosciuta anche come la Moschea degli Omayyadi, ha una storia ricca e complessa che risale a millenni prima della sua costruzione come luogo di culto islamico.

Il sito su cui sorge la moschea era originariamente occupato da un tempio dedicato al dio semitico della tempesta, Hadad, che in seguito alla dominazione greca fu associato a Zeus e durante l'era romana a Giove. I Romani modificarono il tempio originale, trasformandolo in uno dei più grandi della Siria durante la dinastia dei Severi. Con l'ascesa del Cristianesimo, il tempio fu convertito in una chiesa dedicata a San Giovanni Battista sotto l'imperatore Teodosio alla fine del IV secolo, e celebre per essere una delle chiese tra le maggiori del mondo cristiano. Secondo la tradizione qui si trova il sepolcro del Battista, protetto all'interno di una struttura classicheggiante costruita in tempi recenti. Nel 661, dopo la conquista araba, il califfo Mu'awiya ibn Abi Sufyan fece erigere un'area per le preghiere all'aperto all'interno del complesso del tempio.

La costruzione della Grande Moschea iniziò nel 706 d.C. per ordine del califfo omayyade al-Walid I e fu completata nel 715 d.C. L'edificio fu costruito sul sito della chiesa cristiana preesistente, a sua volta edificata sul temenos, il recinto sacro del Giove damasceno, e incorporando alcuni dei suoi elementi architettonici, come una torre-campanile trasformata in minareto. Alcune tradizioni affermano che l'area fu acquisita pacificamente, mentre altre suggeriscono che ci fu un sequestro della chiesa per ampliare l'area di preghiera musulmana. Durante i secoli successivi, la moschea subì diverse trasformazioni e ampliamenti. Con la guerra civile siriana, la moschea è stata danneggiata dagli scontri tra le forze in campo, tra cui uno dei simboli di pace come l'area del sepolcro del Battista. I lavori di restauro, rallentati da fattori come la pandemia da COVID-19, il perdurare del conflitto interno ed esterno, le sanzioni internazionali.

La Grande Moschea di Damasco è uno dei principali luoghi di culto islamici al mondo, ma nonostante i danni subiti, resta la testimonianza della origine millenaria della cultura siriana, racconta la storia della capitale più antica del mondo, la città di Damasco, custode dell'avvicendarsi delle civiltà di cui custodisce tutte le vestigia con straordinaria sintesi proprio nella Grande Moschea, dal IV millennio a.C. al XXI secolo.

Giuliana Cacciapuoti - esperta in cultura islamica e del mediterraneo

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