Le bevande hanno un posto importante nella vita quotidiana araba, non solo per la loro funzione alimentare, rinfrescante, corroborante e dissetante, trasmettono un patrimonio sociale e culturale

Il tè, il caffè introdotto con i modi per coltivarlo e produrlo dal mondo arabo, le limonate e le altre spremute di frutta, raccontano ognuna tradizioni e rituali diversissimi tutti confluiti nel caleidoscopio dei numerosissimi paesi musulmani. Il tè, chai in cinese, in arabo shai, occupa un posto di rilievo nella tradizione araba. Bevanda idratante, consumata molto calda, è amata e condivisa in varie occasioni sociali, dalle semplici conversazioni tra amici alle riunioni familiari più formali. La preparazione del tè è un rituale che richiede attenzione e maestria: le foglie di tè vengono messe in una teiera ,su cui si versa acqua bollente, e aromatizzate con menta o il cardamomo.

Il tè è un simbolo di ospitalità e condivisione, e condividere i rituali tre bicchieri di tè è considerato un segno di rispetto e amicizia. Le limonate, e molte altre spremute di succhi freschi come la melagrana, sono bevande dissetanti e popolari nelle lunghe estati assolate. Preparate con succo di limone fresco, acqua e zucchero, le limonate arabe sono sciroppi , sharab è la parola araba che significa proprio bevanda dolce, incredibilmente rinfrescante. Spesso arricchite con foglie di menta per un tocco di freschezza aggiuntiva, le limonate sono consumate durante i pasti o semplicemente come bevanda in qualsiasi momento della giornata. Il caffè, conosciuto come "qahwa" in arabo, ha una lunga storia nella regione dell'Hijaz.

Il caffè, pianta originaria degli altipiani etiopi, scoperto per le proprietà inebrianti a causa delle capre "danzanti" che ne mangiavano le foglie, si diffuse in Yemen nel Levante e poi nel resto del mondo. Solitamente preparato in modo tradizionale, macinando i chicchi, la polvere viene fatta bollire e decantare; il caffè, né filtrato né zuccherato, è forte e aromatico, dai sapori di acqua di zagare o gelsomino e spezie come il cardamomo, i chiodi di garofano e la cannella. Il caffè viene preparato dai più giovani e servito al più anziano della famiglia, con un bricco chiamato “dallah”.In Oman molte rotatorie celebrano queste caffetterie gigantesche poste agli snodi stradali principali. Il caffè si serve in piccole tazze chiamate “finjan” che si porgono sempre con la mano destra, riempite per un terzo, si agitano delicatamente sempre da destra verso sinistra. Di solito il caffè si beve nero, ma a volte si aggiunge zucchero o panna, cedendo ad usi contemporanei. Il caffè è più di una semplice bevanda, è un rituale sociale profondo. La cerimonia del caffè è un'occasione per riunirsi, discutere e condividere storie, si accompagna al consumo di datteri e dolci tradizionali. L'atmosfera intima e accogliente che circonda il consumo di caffè rende questa bevanda un elemento essenziale della cultura araba. Il caffè arabo è dal 2015 patrimonio culturale immateriale dell'umanità dell'Unesco su iniziativa degli Emirati Arabi Uniti, dell'Arabia saudita, Oman e Qatar.

Giuliana Cacciapuoti - esperta in cultura islamica e del mediterraneo

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