Si intitola ”La poule et son cumin” nell’ originale francese, perché è in questa lingua che utilizza la scrittrice marocchina Zineb Mekouar, nata a Casablanca nel 1991, e residente a Parigi.
La gallina e il suo cumino è un’espressione idiomatica del franco-marocchino, che vuol dire aver messo a segno un colpo grosso, aver fatto tombola. È quello che accade a una delle protagoniste, Fatiha, figlia della domestica di una grande importante famiglia marocchina, in cui vive la sua amica d’infanzia Kenza. La storia dell’amicizia e non, delle due bambine poi ritratte da adulte, è il cuore del romanzo. Paradossalmente la traduzione di Giuseppe Maugeri, nel titolo in italiano “Il passaporto verde”, pubblicato nel 2023 in Italia da editrice NORD, sposta la prospettiva del racconto su Kenza.
La protagonista dell’originale che ha fatto il botto, Fatiha cede il posto in Italia,paese che Zeinab Mekouar visita regolarmente, al tormento di Kenza, che si scontra con la dura realtà di chi vive al di là del Mediterraneo, il passaporto verde dei paesi non europei. Avere un passaporto non UE le impedisce di superare i confini, se non con enormi difficoltà e frustrazioni. Il distacco e la migrazione sono uno dei temi del romanzo che ha al centro la storia dell’amicizia controversa tra Fatiha e Kenza. Le contraddizioni, le differenze sociali che logorano i legami più forti, le vicende personali delle due giovani donne, che lottano cercando il loro posto nel mondo, si scontrano, si allontanano e si ritrovano a causa delle differenze sociali, fanno da sfondo al romanzo. Le diversità di rango, di censo, di possibilità e opportunità che ciascuna deve affrontare, sempre lottando e districandosi tra tradizioni e vincoli religiosi e culturali, pregiudizi di casta e società, usi e costumi consolidati e cambiamento, aggiungono interesse e vivacità. Le diverse anime del Marocco colorano la trama del romanzo e descrivono ogni personaggio con vivida realtà. Le lingue che i personaggi parlano, che comprendono o non comprendono, a cominciare dal berbero delle popolazioni autoctone, povere e contadine, l’arabo marocchino/darija del popolo, l’arabo classico dei governanti e di chi ha studiato, il francese non parigino, il francese studiato alla scuola privata ex coloniale, immergono chi legge in un caleidoscopio linguistico tipico della nazione atlantica.
Il plurilinguismo è una componente importante per la psicologia delle figure che popolano il racconto. Ogni lingua definisce una vicenda umana. Capire o non capire la lingua dell’altra, assegna alla persona la giusta casella nel mosaico sociale marocchino e il posto obbligato nell’affresco corale della società marocchina di oggi e all’interno della trama. Il libro, primo lavoro letterario di Mekouar è stato candidato al “Premio Goncourt opera prima” e Coup de coeur été2022 dell’Académie Goncourt; è stato finalista al Prix du Premier Roman.Nel romanzo le due protagoniste vivono le contraddizioni, i contrasti della società marocchina di oggi: il testo è perciò un reale e vero viatico per capire la società marocchina contemporanea, le sue tensioni, la sua gioventù, le ragazze che provano a cambiare loro stesse e la società musulmana più conservatrice; giovani donne contemporanee, cittadine libere e protagoniste del nuovo mondo globale e digitale.