Raja Alem nata a Mecca (1975) è considerata tra le più importanti scrittrici in lingua araba della sua generazione.
Ha ottenuto significativi riconoscimenti come il Premio dell’Unesco e il prestigioso International Prize for Arabic Fiction per il suo romanzo "Il collare della colomba", il cui titolo richiama il trattato sull'amore e gli amanti del letterato arabo andaluso Ibn Hazm, è un viaggio spirituale attraverso il tempo e lo spazio, un tentativo di rompere le barriere materiali creando spazi virtuali, trascendenti e intellettuali.
Mentre l'ispettore Nasser si addentra nelle intriganti vicende del caso, esplora le vite tormentate di Aisha e Azza, due donne misteriosamente scomparse poco prima del macabro ritrovamento, Nasser si deve confrontare anche con un altro misfatto, la corruzione e la speculazione edilizia che minacciano il nucleo storico della città. La contesa tra antiche tradizioni e l'impeto della modernizzazione coinvolge l'ispettore Nasser che si impegna a proteggere il patrimonio sacro e culturale di Mecca, senza smettere di cercare chi con il delitto efferato sta scuotendo le fondamenta della comunità locale.
Questo romanzo è un viaggio verso la libertà dell'anima e i suoi illimitati poteri creativi, una lettura avvincente e sconcertante per chi la intraprende. La traduzione italiana di Elisabetta Bartuli rende perfettamente il tono di realismo magico della vicenda. Con la sorella Shadia, artista di fama internazionale, ha fondato un’associazione culturale rivolta al sostegno dell’istruzione e della creatività delle giovani saudite.
I personaggi sono circondati da mura e le loro vite sono dominate dalle leggende, dalle dure restrizioni della società, dal sistema economico e dai suoi poteri. Alcuni personaggi scelgono di rimanere dove il destino li ha collocati, altri decidono di liberarsene. Si rifiutano di rimanere ostaggi dei limiti del proprio corpo e delle leggi coercitive della natura e della società e ricorrono a poteri spirituali illimitati, liberandosi dalle dimensioni del tempo e dello spazio.
La Mecca di Raja Alem è un luogo di opposti: sincerità e inganno, ricchezza e povertà, bellezza architettonica e bruttezza, sussurri del passato e assalti del futuro. La realtà in questo romanzo è una miscela organica di storia, realtà attuale e fantasia. Alcuni personaggi sono in carne e ossa, altri sono il prodotto di sogni. Il narratore principale non è né Raja, né uno dei suoi personaggi umani, ma il quartiere della Mecca più antica, Aburrus. Il ritrovamento del cadavere di una donna nuda scuote profondamente la comunità locale. Il volto della vittima è irriconoscibile, causa di angoscia per gli abitanti del quartiere, preoccupati che le indagini della polizia possano rivelare segreti ben custoditi. Mentre l'ispettore Nasser si addentra nelle intriganti vicende del caso, esplora le vite tormentate di Aisha e Azza, due donne misteriosamente scomparse poco prima del macabro ritrovamento.
Nasser si confronta con la corruzione e la speculazione edilizia, che minaccia la città. La contesa tra antiche tradizioni e l'impeto della modernizzazione coinvolge l'ispettore Nasser che si impegna a proteggere il patrimonio sacro e culturale di Mecca, senza smettere di cercare chi con il delitto efferato sta scuotendo le fondamenta della comunità locale. Questo romanzo è un viaggio verso la libertà dell'anima e i suoi illimitati poteri creativi, una lettura avvincente e sconcertante per chi la intraprende.