Le usanze alimentari nella tradizione mediterranea rappresentano rotte comuni influenzate da motivazioni nutrizionali, culturali e religiose.
Queste pratiche si manifestano in occasioni di celebrazioni e festività collettive, evidenziando l'importanza che le civiltà mediterranee attribuiscono al connubio tra cibo e accoglienza come valori fondamentali. Sin dai tempi antichi, le società sviluppatesi sulle coste del Mediterraneo hanno integrato il cibo e l'ospitalità nei loro modi di vivere, riflettendo la propria predisposizione alla mediazione e all'interazione con diverse culture provenienti da regioni al di fuori di questo mare-lago.
Questo binomio, cibo/accoglienza, diventa quindi una chiave di interpretazione specifica per comprendere la civiltà mediterranea. La cucina implica la trasformazione di ingredienti elementari in varie combinazioni, attraverso un percorso che va oltre la soddisfazione dei bisogni primari di fame e sete. In questo processo, il cibo e il suo consumo assumono un significato più profondo, rappresentando antiche simbologie e attitudini mistiche e religiose. Le pietanze e le preparazioni culinarie sono simili ma mai identiche, connesse alla fecondità e al mistero della ciclicità della natura, alla produzione e riproduzione, alla crescita e al nutrimento. Queste conoscenze venivano tradizionalmente tramandate di generazione in generazione, principalmente da madre a figlia. Il linguaggio delle antiche civiltà mediterranee sottolinea l'importanza della condivisione, la quale non è né incondizionata né caratterizzata da un rifiuto categorico. Nelle comunità tradizionali, prevalgono invece la mediazione, l'integrazione e la regolamentazione come strategie vincenti per gestire questi estremi.
La condivisione del cibo, in particolare pane e vino, emerge come un meccanismo che favorisce l'inclusione, l'integrazione e le relazioni tra autoctoni e stranieri. L'atto nutrizionale si trasforma così in un rituale sociale, diventando un'occasione per lo scambio e la creazione di legami significativi.Offrire del cibo e invitare qualcuno alla nostra tavola rappresenta un gesto di ospitalità anziché di ostilità. Questa pratica si inserisce nelle forme di scambio simbolico, che indicano il deporre delle armi e la trasformazione dell'atteggiamento da considerare l'altro come un nemico (hostis) a vederlo come un ospite (hospes).