Nell’ampia galassia delle minoranze islamiche che si ispirano alla prima partizione dell’Islam, tra gli Sciiti spiccano tre grandi nuclei: zaiditi, imamiti o duodecimani e gli ismailiti.

Sono tutti accomunati dall’idea che ‛Alī, cugino e genero del Profeta Muhammad fosse il suo successore designato legittimamente, e che il califfato e la guida della comunità islamica appartenga ai discendenti di ‛Alī e di sua moglie Fāṭima, la figlia del Profeta. La maggior parte degli Ismailiti oggi risiede in India, Siria, e in qualche distretto della Penisola Araba. Gli ismailiti raggiunsero il potere in epoca abbaside con la dinastia dei Fatimidi in Egitto e Africa settentrionale (909-1171), con quella di Alamūt nella Persia settentrionale (1090-1256), e in Siria dall’XI al XII secolo.

La loro dottrina ritiene che il proprio imām nascosto, il settimo imām, Ismā‛īl, figlio di Gia‛far aṣ-Ṣādiq, riapparirà un giorno per far trionfare la vera fede.Nel XIX secolo Hasan ‛Ali Shah, al servizio degli scià qajar in Persia, entrò in conflitto con loro. Si trasferì in India, ancora oggi centro principale del movimento nizarita e fu riconosciuto capo spirituale o imam dei musulmani ismailiti, con il titolo di Āghā Khān, nome onorifico di origine turca.Oggi sono molte le leggende che precedono la fama degli ismailiti; famosissimi gli Ḥashīshiyya - dediti al hashīsh - dai cui la storpiatura dall'arabo “Assassini”, estremisti con cui vennero a contatto i Crociati in Siria.

Diramazione degli eretici ismailiti seminarono il terrore con una serie di attentati e altre violenze in Siria, Palestina e Mesopotamia. Stroncati dai Mongoli, non si trova più alcuna traccia del carattere antico ed estremista di quelle sette primigenia e delle loro leggende nere, inventate anche dalla propaganda avversaria.Oggigiorno il capo degli ismailiti indiani, l'attuale Āghā Khān IV, Karim, più che pericoloso e crudele cospiratore è stato affascinante protagonista delle cronache mondane degli anni Sessanta, conteso scapolo d’oro del jet-set, imprenditore immobiliare di successo in Sardegna con l’edificazione di Porto Cervo e l’opulenta e scintillante attività vacanziera in Costa Smeralda. Nipote dell'Āghā Khān III Muhammad Shāh (1877-1957), famoso soprattutto per la sua ricchezza e la sua vita mondana, ne ha ripercorso le imprese sulla Costa Azzurra, in Italia, a Parigi e Londra, per poi diventare mecenate e sostenitore e guida responsabile della comunità ismailita in tutto il mondo.

Agha Khan Development Network, Agha Khan Foundation con l’Agha Khan Centre sostiene progetti innovativi nel campo dello sviluppo sostenibile, della difesa del pianeta e dei diritti umani nei paesi più poveri di Asia e Africa. In particolare per le donne e le ragazze ismailite, per la cooperazione, lo sviluppo agricolo, la valorizzazione delle risorse naturali, il miglioramento della qualità della vita, che includono lo sviluppo di capacità imprenditoriale al femminile. La società ismailita rispetto alle altre realtà islamiche e nei contesti locali in cui è inserita, dall’India al Pakistan e all’Afghanistan, dimostra una grande apertura e modernità. Non a caso per la corrente musulmana sciita ismailita l’educazione rappresenta un pilastro fondamentale. Istruzione arte cultura impegno pubblico e sociale. Tutto il mondo ismailita, formato anche da nizariti, drusi e nuṣairi, le ulteriori differenziazioni nell’ambito dell’ismailismo, è impegnato nella difesa dei diritti umani e per politiche di pace.

Giuliana Cacciapuoti - esperta in cultura islamica e del mediterraneo

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