Una rifugiata va al Congresso
Con Ilhan Omar si conclude la serie di ritratti di donne musulmane iniziata nel gennaio scorso. Attraverso 11 profili di personalità rilevanti, protagoniste della vita politica civile e culturale nei loro paesi abbiamo descritto un mosaico di nazioni e realtà diverse che compongono il mondo arabo islamico.
L’ultima protagonista, Ilhan Omar, nata a Mogadiscio in Somalia e approdata negli States, unisce il mondo islamico nei suoi confini geografici tradizionali con l’Europa e le Americhe, dove ci sono numerose e importanti comunità islamiche, con tante giovani protagoniste che si affacciano sulla scena.
Questo momento drammatico per il mondo ci induce a pensare che solo ora siano minacciate stabilità e pace e le nostre sicure e quiete esistenze, ma oramai da decenni la vita di milioni di persone è sconvolta da conflitti, molti endemici e dimenticati, e proprio Ilhan Omar è stata una di queste. La sua esistenza è segnata dalla guerra civile in Somalia, ex-colonia italiana. Il conflitto scoppiato nel 1986 dura ancora oggi.
Ilhan Omar fuggita con la famiglia in Kenya, dove rimane per quattro anni in un campo profughi, arriva negli Stati Uniti nel 1995 prima ad Arlington in Virginia e poi nel 1997 si trasferisce a Minneapolis. Il sogno americano non brilla più come un tempo, forse, ma gli USA possono essere terra di opportunità per chiunque le sappia cogliere. Studia e si laurea in Scienze politiche internazionali nell’Università del Nord Dakota. Diventa educatrice alla Università del Minnesota, poi Policy Fellow alla Humphrey School of Public Affairs, infine assistente presso il Consiglio della Città di Minneapolis. La svolta nella sua carriera nel 2017, eletta alla Camera dei Rappresentanti del Minnesota, diventa la prima legislatrice di origine somala in Usa. Quindi, nel gennaio 2019 ha iniziato ufficialmente il suo mandato al Congresso.
È la prima donna di origini somale e una delle prime due donne musulmane, la prima in assoluto è stata Rashida Tlaib eletta in Michigan, deputata al Congresso, inoltre è la prima donna di colore a rappresentare il Minnesota. Dopo l’elezione di Ilhan Omar anche il divieto di coprire il capo all’interno del Congresso viene modificato infatti è la prima donna ad indossare l’hijab anche in aula.
La foto che la ritrae con importanti rappresentanti del Congressional Black Caucus (CBC), la rappresentanza afro americana al Congresso statunitense, tra cui la futura vicepresidente Kamala Harris, ci ricorda quanto la sua è una storia di solidarietà femminile. Nelle elezioni del mid-term nel 2021, la presenza delle donne ha battuto il record del 1992, e con le colleghe elette nelle file democratiche, in particolare con Rashida Tlaib, la celeberrima Alexandria Ocasio-Cortez e Ayanna Pressley è nata la celebre The Squad, la squadra.
I pregiudizi espressi nei suoi confronti, in particolare è stata spesso messa in dubbio la lealtà di Ilhan nei confronti del suo Paese, da parte repubblicana e conservatrice per l’uso del velo/hijab che evidenzierebbe, secondo le critiche, un rispetto della legge islamica in contrasto con la Costituzione statunitense. Spesso la dichiarazione di Omar, che denuncia il sentimento di molta della comunità musulmana-americana di appartenere a una cittadinanza di seconda classe, le hanno procurato attacchi personali. Ayanna Pressley e Alexandria Ocasio-Cortez, l’hanno spesso difesa ricordando il suo impegno ad esempio, per tutte le vittime dell’11 settembre e i valori comuni americani. L’essere musulmana la espone a minacce di pericolo e di attentati. La sua posizione in particolare su Gaza l’ha messa al centro di violenti attacchi non solo rivolti direttamente a lei ma anche ai suoi familiari.
Le sue dichiarazioni, in particolare in politica estera non sono esattamente in linea, e infatti è stata estromessa dalla Commissione esteri del Congresso per le sue posizioni giudicate antisemite. Nel corso del suo impegno a favore dei diritti umani ha criticato l’Arabia Saudita e l’intervento in Yemen, la repressione cinese sugli Uiguri la minoranza musulmana della Cina; ha condannato il regime siriano di Assad, l’offensiva turca nel nord della Siria e l’aggressione contro i Curdi. Inoltre denuncia le violazioni dei diritti umani dall’Egitto all’Iraq Iran. La sua posizione di condanna per il genocidio armeno, dei nativi americani, e della tratta degli schiavi rendono molto chiare le sue idee e istanze.
Omar si impegna a lottare per i valori condivisi che mettono le persone al centro, come investire nell'istruzione e liberare gli studenti dalle catene del debito universitario, garantire un salario minimo giusto, creare un sistema di immigrazione equo e affrontare la minaccia esistenziale del cambiamento climatico. Ilhan Omar originaria di un paese in guerra si impegna per costruire una cultura più inclusiva ed empatica. Ora ha davanti la sfida per la sua rielezione nel 2024, e ha iniziato una campagna elettorale che si annuncia impervia e senza esclusione di colpi. Un mondo meno bellicoso e più giusto? La strada è lunga e accidentata e gli avversari molto determinati, sia nel campo repubblicano che democratico: l’augurio che l’ American dream di Ilhan Omar possa continuare.
Con Ilhan Omar, termina l’appuntamento del terzo sabato del mese: mi congedo da Vitamine Vaganti, augurando a tutte e tutti un nuovo anno di pace, con il contributo anche delle formidabili musulmane che vi ho presentato, consapevole che molte “ memorabili” protagoniste dinamiche e vivaci nei loro paesi sono state escluse, ma come si dice....Ishallah!
Per approfondire: Ilhan Omar, This Is What America Looks Like: My Journey from Refugee to Congresswoman, 2020
Profili, memorabili donne musulmane di Giuliana Cacciapuoti
Ritratti di donne diverse per nazionalità e “peculiarità” nel loro contesto culturale per accendere una luce sul mondo musulmano contemporaneo con uno sguardo di genere. Figure note nel mondo musulmano ma non al pubblico italiano; rappresentano aspetti molto diversi del mondo islamico, spunto per il dibattito e la riflessione.