Dal 2015 Modest fashion indica un modo di vestire femminile e le musulmane osservanti ritengono che sia esempio di empowerment. Marchi famosi producono collezioni in forma islamicamente corretta e il settore fattura 250 milioni annui.

Il termine è però ambiguo, sottende un “concetto cinico” che mette a rischio diritti, pari opportunità. Codificare cosa sia adatto o non per l’abbigliamento femminile, quantificare la superficie di pelle esposta come passaporto per affrontare lo spazio pubblico, è una tendenza preoccupante. Occorre una discussione senza pregiudizi: è ora di invertire la rotta. Il mio articolo (in inglese) “Unveiling rights “è uno sguardo sulla “moda islamica” empowerment e stili di vita delle ragazze e donne musulmane nel mondo.

L'articolo è stato  pubblicato sul numero 24 di La Camera Blu Journal of Women and Gender Studies, Diversamente moda. Linguaggi, sostenibilità, inclusione Numero a cura di Maria Rosaria Pelizzari e Debora A. Sarnelli, che ha come tema unificante la moda.

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Giuliana Cacciapuoti - esperta in cultura islamica e del mediterraneo

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