L’interessante presentazione del libro di Giuliana Cacciapuoti “Donne musulmane: un ritratto contro stereotipi e luoghi comuni” si è tenuta a Napoli nella sala Rari della Biblioteca Nazionale di Napoli. Un tema che ha coinvolto i presenti, grazie alla notevole capacità comunicativa dell’autrice. Profonda conoscitrice dell’Islam, insegna da oltre quarant’anni lingua e cultura araba e musulmana. La Direttrice della Biblioteca Maria Iannotti ha dato il benvenuto alla Cacciapuoti, già a lei nota nell’ambito del Fondo librario “Soggettività femminile”, il cui obiettivo è l’approfondimento del sapere di genere da parte di alcune operatrici della Biblioteca Nazionale di Napoli. Erano presenti: in qualità di moderatrice Francesca Vitelli, scrittrice e presidente di EnterprinGirli; Sara Borrillo, docente dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, esperta del mondo arabo. Negli interventi è stato messo in risalto che la visione immobile dell’Islam ci impedisce di considerare la molteplicità di comportamenti di una numerosissima comunità di credenti. L’appartenenza alla religione musulmana coinvolge molti paesi diversi tra loro politicamente e socialmente. La Cacciapuoti nel suo intervento sottolinea che per affrontare questa problematica è indispensabile, come prima esigenza, l’abbattimento delle barriere conoscitive e dei pregiudizi di noi occidentali. Siamo condizionati da “un immaginario collettivo dovuto a processi di sintesi di informazioni apprese dai mezzi di comunicazione e da un’infarinatura di conoscenze personali”. “In tale conteso diventa complicato raccontare il mondo islamico con criteri di realtà. Ancora più difficile è presentare il mondo islamico al femminile”.
Purtroppo in alcuni stati, afferma l’autrice, il patriarcato si è autolegittimato attraverso una falsa interpretazione e strumentalizzazione del Corano. Nel testo sacro sono descritte sia le pratiche religiose che i comportamenti sociali, che regolano ogni aspetto della vita, compresa la cura del corpo, l’alimentazione, l’abbigliamento. In merito è previsto solo il “decoro” sia per gli uomini, che per le donne. Non c’è nessuna forma di violenza, come non c’è nessuna esclusione delle donne dal ruolo di protagoniste nell’interpretazione del testo sacro. Sin dal VII secolo le meglio del profeta hanno intrapreso una costante battaglia politico religiosa. Tornando ai nostri giorni, ricorda la Cacciapuoti, le donne socialmente attive sono impegnate in tre tipi di comportamenti: la militanza laica, caratteristica di chi vuole un paese non condizionato dai dettami del Corano; altre attiviste mirano ad un Islam politico, lottando attraverso un paradigma conservatore; infine da alcuni decenni si sta facendo strada un approccio di mediazione tra i due modi di agire, attraverso un moderato femminismo islamico. Protagoniste sono alcune teologhe intellettuali, che interpretano in sento moderno egualitario il sapere religioso, in modo da renderlo più aperto e paritario.
La discussione tra le relatrici e il pubblico sia femminile che maschile è stata appassionante, perché il tema è il risultato di grandissimo interesse.
Grande merito dell’autrice del libro è quello di aver scritto un testo molto scorrevole, che non è diretto agli addetti ai lavori, ma che può essere compreso da tutti, in maniera semplice e allo stesso tempo approfondita.
La bella veste grafica e le bellissime foto contribuiscono ad aumentare la fascinazione che deriva dall’avvicinarsi a un mondo tutto sommato sconosciuto. Lo si è potuto apprezzare dalla lettura in sala di alcuni brani e dalla proiezione di diverse immagini.
L’operazione di renderlo scaricabile e gratuito peraltro è assolutamente meritoria. Tante altre riflessioni sono venute fuori dal dibattito con gli attenti presenti, ma per tutti gli approfondimenti è auspicabile la lettura del testo, assolutamente consiglia.
Donatella Muselli
Un testo coraggioso, questo di Giuliana Cacciapuoti, scritto con l’intento di aprire una finestra di dialogo tra la cultura del mondo occidentale e quella del mondo islamico, così vicino, eppure, per certi versi,
ancora così lontano negli usi, nei costumi e nelle tradizioni, da risultare spesso incomprensibile agli occhi degli occidentali.
Questo libro è il risultato di anni di studi iniziati, da studentessa, nelle aule del prestigioso Istituto di Studi Orientali di Napoli dove la Cacciapuoti, ora, in qualità di Docente di “Lingua e Cultura araba e musulmana” continua,
da quarant’anni, con un percorso mirato di studio e di ricerca su quelle culture, lo studio e la conoscenza del mondo islamico, attraverso collaborazioni e contatti con le Accademie, le ONG e le Associazioni di donne musulmane residenti anche in Occidente.
Con un racconto semplice nella forma ma sostanziale nei contenuti, ci guida in un mondo in cui il dettato religioso regola ogni aspetto della vita quotidiana dei credenti: dall’alimentazione alla cura del corpo, dal comportamento al senso del decoro,
che giunge persino a regolamentare in modo rigoroso l’acconciatura, l’abbigliamento e perfino gli accessori che lo accompagnano.
La cultura araba e musulmana, via via che si procede nella lettura, appare radicalmente lontana da quella occidentale a partire dalla lingua, dall’articolazione dei suoni e perfino dai caratteri per rappresentarli.
La scrittura infatti non solo ha simboli diversi ma procede da destra verso sinistra sicché la la prima pagina di uno libro è per noi l’ultima. Anche l’orientamento nello spazio ha i punti cardinali invertiti, sicché le carte geografiche sono orientate a Sud, e
il tempo non è una successione lineare degli eventi ma è circolare, sicché il punto di partenza coincide con quello di arrivo.
A questi criteri fondamentali di regole di vita, orientamento e cultura , invertiti rispetto quelli occidentali, si aggiunge una organizzazione familiare, fortemente patriarcale, che risulta inattaccabile.
Coraggiosamente, ma con grande sensibilità,
garbo e rispetto, la Cacciapuoti fa un racconto della storia delle donne musulmane, per cercare di far comprenderne e di far conoscere le scelte e le conquiste che quelle donne compiono e realizzano costantemente, spesso in solitudine e, per scelta,
in autonomia dalle sollecitazioni occidentali.
Tutto il racconto si dipana con la discrezione e il rispetto della studiosa accompagnate dalla sensibilità della scrittrice che si evidenzia nelle riflessioni garbate, prive di giudizi e soprattutto di pregiudizi.
Angela Iacobucci